Vicentini/1. Gli specializzandi abbandonano il reparto

TERAMO – Sembrava risolta, anche se ‘forzatamente’ attraverso la decisione dei giudici del Tar dell’Aquila, la vicenda della ‘defenestrazione’ del primario di urologia, Carlo Vicentini, dell’ospedale Mazzini. E invece la mancata attuazione-adesione alla sentenza dei giudici amministrativi, al momento, impedisce al professore universitario di lavorare e alimenta di nuovo la polemica. L’intervento più recente, su questo tema, è quello degli specializzandi della Scuola di Urologia che scrivono al magnifico Rettore dell’Università dell’Aquila, Ferdinando Di Orio, e al Direttore del Dipartimento Mesva, Maria Grazia Cifone, che annunciano il loro abbandono dell’attività in reparto, chiedendo un intervento urgente «con tempestive e precise indicazioni relative al prosieguo del nostro iter formativo in quale tale ambigua situazione persiste, ormai, dallo scorso luglio». La richiesta muove proprio dall’ordine impartito dal direttore sanitario Antelli al professor Vicentini di non poter riprendere possesso del suo ruolo e della sua professione ospedaliera, notificato ieri a Vicentini. «In data odierna è stato impedito al professor Carlo Vicentini, di svolgere attività clinica in qualità di Direttore della Uoc di urologia del presidio ospedaliero Mazzini di Teramo, nonostante il ripristino sancito dall’ordinanza cautelare del Tar dello scorso 11 settembre. Tale della Asl pregiudica ulteriormente la nostra formazione specialistica e pertanto riteniamo opportuno abbandonare l’attività pratica da noi svolta presso l’Uoc di Urologia del ‘Mazzini’, in senso di forte protesta nei confronti della direzione strategica della Asl di Teramo». Stamattina, intanto, due pazienti prenotati e preparati per un intervento chirurgico di urologia, giunti da fuori regione perchè pazienti assistiti dal professor Vicentini, sono stati ‘riportati’ in reparto in atesa di sviluppi della vicenda, perchè la seduta operatoria è stata annullata dopo l’ennesimo provvedimento contro il docente universitario.